sabato, luglio 04, 2009

Un protagonista ancora sconosciuto

La guerra nelle montagne di Berceto era durata esattamente quattro anni, nove mesi e venti giorni. Alfio non ricordava chi gli avesse dato un'informazione così precisa. Alfio si doveva fidare: era nato a ostilità avviate, troppo tardi anche per vedere suo padre, tra i primi chiamati al fronte. Si abituò a fare come se non esistesse, come se non dovesse tornare mai più, destino frequente, anche se al fine suo padre tornò.

Quando accadde Alfio era a scuola. La maestra, sempre molto rigida, quel giorno si sciolse. Ruppe il protocollo della lezione, rivolse un sorriso al ragazzo e lo lasciò libero di andare senza ulteriori indugi. La notizia era nell’aria, ma Alfio la accolse lo stesso impreparato. Mentre correva a perdifiato lungo la strada sterrata che portava a casa sua, in testa i numeri delle tabellone contendevano ancora lo spazio all’emozione dell’incontro che gli si stava facendo innanzi. Come sarebbe stato l’uomo che gli aveva dato la vita? Ancora simile all’unica foto sbiadita e tagliuzzata che gli avevano sempre fatto vedere? Oppure sarebbe stato un mutilato come tanti altri reduci? Avrebbe sentito verso quell’uomo qualcosa di particolare, qualcosa di paragonabile all’attaccamento viscerale che aveva verso la madre, o avrebbe dovuto solo fingere verso un estraneo? Era smanioso di raggiungere il finale di una storia che aveva sempre immaginato, ma sentiva anche la paura di toccare una realtà che poi non avrebbe più potuto modificare.

Alfio spalancò la porta di casa, saltò due a due i gradini della scala, scartò con un salto nel corridoio e, ancora ansimante, si buttò addosso all’uomo in divisa che era in piedi in salotto. Ci fu un attimo di silenzio, poi sua madre sorrise, lo prese per mano e gli indicò un uomo all’angolo destro della stanza.

Questa volta timidamente, il ragazzo camminò verso il nuovo sconosciuto protagonista della sua vita
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